martedì 31 maggio 2011

La guerra segreta della NATO in Libia

La guerra segreta della NATO in Libia

Il testo che segue esamina i piani di guerra e le operazioni di intelligence NATO-USA relativi alla Libia, prima dell’inizio della sollevazione, in Libia orientale, e dell’adozione della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 
Fin dall’inizio, il conflitto in Nord Africa era destinato a risolversi in una vera guerra della NATO. Il Pentagono e la NATO non solo hanno armato il Consiglio di transizione, in violazione del diritto internazionale, ma avevano anche forze sul campo fin dall’inizio.




venerdì 20 maggio 2011

La Siria vista dalla Siria

no-terrorism-megadi Antonella Appiano - conbagaglioleggero.com

Sono in Siria da quasi tre mesi. Una premessa sull’informazione.
1) Fin dall’inizio della “crisi siriana” l’informazione dei media internazionali – la maggior parte dei quali non aveva corrispondenti sul posto – è stata scorretta. L’ho potuto constatare, in diverse occasioni, come testimone diretta. Mi riferisco, in questo caso a Damasco.

E ne ho scritto qui sul mio blog poi sul quotidiano on line www.Lettera43.it nelle mie corrispondenze, “Diario da Damasco”.

Durante questo periodo ho raccolto testimonianze di attivisti, di oppositori, di sostenitori del regime, di esponenti del partito comunista, di gente comune. Persone in carne ed ossa con un nome, un volto, un mestiere. Penso più attendibili quindi di voci anonime telefoniche. Eppure non le ho mai divulgate come “verità” in quanto le testimonianze non erano confermate da fonti indipendenti.

lunedì 16 maggio 2011

La contro-rivoluzione in Medio Oriente

Un clan saudita, i Sudairi, è al centro dell’onda contro-rivoluzionaria lanciata sul Medio Oriente dagli Stati Uniti e da Israele. In una sintesi completa, pubblicata a puntate sul più grande quotidiano in lingua russa, Thierry Meyssan da Damasco disegna il quadro generale delle contraddizioni che travagliano la regione.


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L’immagine ha fatto scandalo negli Stati Uniti: durante il G20, Obama si inchina verso il re saudita e gli bacia la mano.
In pochi mesi, sono caduti tre governi filo-occidentali nel mondo arabo: il parlamento ha rovesciato il governo libanese di Saad Hariri, mentre i movimenti popolari cacciavano Zine el-Abbidine Ben Ali dalla Tunisia, e poi arrestato Hosni Mubarak in Egitto. Questi cambiamenti di regime sono accompagnati da manifestazioni contro il dominio degli Stati Uniti e il sionismo. Essi avvantaggiano politicamente l’Asse della Resistenza, incarnato a livello statale da Iran e Siria, e sul piano sub-statale da Hezbollah e Hamas. Per condurre la contro-rivoluzione in questa regione, Washington e Tel Aviv hanno usato il loro miglior supporto: il clan Sudairi, che interpreta più di ogni altro il dispotismo al servizio dell’imperialismo.

venerdì 13 maggio 2011

Usa : dal Congresso nuova dichiarazione di guerra permanente

Il Congresso americano propone una nuova dichiarazione di guerra che autorizza l'impiego delle forze armate Usa in un conflitto senza fine, senza confini e senza un chiaro nemico. L'allarme delle associazioni per i diritti civili
Chi si illudeva che con l'uccisione di bin Laden gli Stati Uniti avrebbero proclamato la fine della 'guerra al terrorismo' contro al Qaeda dichiarata dopo l'11 settembre 2001, si sbagliava.
Al contrario, l'America sta valutando di ampliare i limiti geografici, politici e temporali del conflitto, trasformandolo in una guerra globale permanente.
In questi giorni la commissione Difesa del Congresso Usa - dallo scorso novembre a maggioranza repubblicana - sta esaminando il testo di una nuova dichiarazione di guerra* che 'aggiorna' quella approvata il 18 settembre 2001. A differenza del vecchio testo, che in nome del diritto di autodifesa autorizzava l'uso della forza militare ''contro nazioni, organizzazioni e persone responsabili degli attacchi lanciati contro gli Stati Uniti (...) al fine di prevenire nuovi atti di terrorismo'', il nuovo testo redatto dal repubblicano Howard McKeon descrive una guerra senza fine, senza confini e senza un chiaro nemico.
''Gli Stati Uniti - recita la proposta in esame - sono impegnati in un conflitto armato contro nazioni, organizzazioni e persone che sono parte o sostengono al Qaeda, i talebani o forze collegate impegnate in ostilità contro gli Usa o i partner della Coalizione o a favore di suddette nazioni, organizzazioni o persone''.
La nuova dichiarazione di guerra autorizza anche la detenzione dei nemici senza limiti di tempo: ''Il presidente ha l'autorità di detenere belligeranti fino al termine delle ostilità''.
Il testo ha suscitato l'allarme di tutte le associazioni americane per i diritti civili, per i diritti umani e contro la guerra.
In un'accorata lettera aperta ai membri della commissione Difesa, l'Unione americana per le libertà civili (Aclu) e altre ventidue organizzazioni chiedono di non approvare questa legge che ''dà al presidente poteri di guerra vastissimi e praticamente irrevocabili, impegnando gli Stati Uniti in una guerra su scala globale senza un chiaro nemico, senza alcun limite geografico e senza termini di tempo legati al raggiungimento di un obiettivo''.
''A differenza della dichiarazione di guerra del 2001 che autorizzava l'attacco in Afghanistan e la caccia a Osama bin Laden - si legge ancora nella lettera dell'Aclu - questa proposta non cita un danno specifico, come gli attacchi dell'11 settembre, o una specifica minaccia al paese: si afferma che gli Stati Uniti sono in guerra ovunque vi siano presunti terroristi, a prescindere dall'esistenza di un reale pericolo. Il Congresso delega al presidente poteri di guerra assoluti, di un'ampiezza senza precedenti, che lo autorizzano a ordinare l'uso della forza militare indipendentemente da attacchi avvenuti o potenziali contro gli Stati Uniti''.
''La nuova dichiarazione di guerra - continua la lettera - non specifica obiettivi finali e criteri in base ai quali verrebbe meno la delega congressuale dei poteri di guerra presidenziali: i vasti termini di questo conflitto potrebbero perdurare decenni''. In base a questo testo ''le forze armate Usa potrebbero essere impiegate in Somalia, in Yemen, in Iran, in quasi tutti i paesi del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia, ma anche nei paesi europei, in Canada e, ovviamente, negli stessi Stati Uniti contro cittadini americani''.

* Sezione 1034, pagina 20, del National Defense Authorization Bill per l'anno 2012
peacereporter.com

giovedì 12 maggio 2011

Forze Occidentali uccidono adolescente in Afghanistan

La forza internazionale sotto comando Nato in Afghanistan (Isaf) ha ammesso oggi di aver ucciso ieri per errore una adolescente che fuggiva da un edificio con in mano un oggetto che sembrava un arma. L'assassinio è avvenuto nella provincia orientale afghana di Nangahar, nel distretto di Surkh Rod, ed è stato reso noto oggi la stessa Isaf in un comunicato a Kabul.
Nell'operazione che mirava a catturare un leader talebano, l'Isaf ha anche ammesso di avere ucciso un individuo "che ha minacciato le forze di sicurezza con una pistola" e che "ad una verifica successiva è risultato essere un dipendente della polizia nazionale afghana".
Successivamente, i militari hanno visto "un individuo fuggire dalla parte posteriore dell'edificio e lo hanno ucciso quando erroneamente è stato visto portare in mano un oggetto che sembrava un arma. Più tardi le forze di sicurezza hanno scoperto che si trattava di una adolescente afghana disarmata". Il vicecapo dello staff dell'Isaf per le comunicazioni, contrammiraglio Hal Pittman, ha "chiesto scusa ai membri del governo afghano, alla gente dell'Afghanistan e, quello che è più importante, ai famigliari delle persone uccise nella nostra azione".

lunedì 9 maggio 2011

Partenariato tra Washington e i Fratelli Musulmani

Nessun essere dotato di senso puo’ credere alle dichiarazioni occidentali relative al rispetto dei diritti dell’uomo e la necessità di riforme, mentre l’esempio di cio’ che succede nel Bahrein é esistente. In questo piccolo regno, l’Occidente ha coperto politicamente e diplomaticamente l’oppressione di una rivoluzione pacifica e l’occupazione militare dell’isola dai paesi del Golfo.Gli Stati Uniti e i loro alleati arabi e europei strumentalizzano i Fratelli Musulmani e i loro gruppi takfiristi in modo tale da far cedere la Siria.


giovedì 5 maggio 2011

La battaglia per la Siria é decisiva (guardate bene la foto e scoprirete l'inganno)

Questa foto, ampiamente diffusa nella stampa internazionle, mostra gli ossequi di un manifestante a Banias (Siria).Al contrario di cio’ che dicono le didascalie dei giornali, la folla non ritiene il Presidente Bachar el-Assad responsabile dei morti durante le manifestazioni. Si vede invece sulla destra un ritratto del Presidente tra le bandiere siriane. I manifestanti assassinati lo sono stati da sniper nascosti sui tetti.Alcuni sono stati fatti prigionieri e hanno confessato appartenere ad una branche armata della famiglia reale saudiana,dei membri del partito dei fedeli libanesi di Hariri e dei servizi segreti degli Stati Uniti


Gheddafi, Usama bin Ladin e i kamikaze occidentali

L’aggressione contro la Grande Jamahiryia Socialista Popolare di Libia e la farsa scenica dell’assassinio del ‘Vecchio della montagna’ (di propaganda massmediatica e disinformazione strategica), sono strettamente collegate.

L’amministrazione Obama-Clinton, indirizzata da un altro ‘Grande Vecchio’, Zbignew Brzezinski, apparentemente sta riuscendo ad imporre un mutamento strategico fondamentale alla macchina militar-spionistica statunitense.
Con il colpaccio mediatico di Islamabad, Obama cerca di mettere KO gli avversari annidati nell’apparato imperialistico statunitense. Non è un caso che l’operazione che ha portato all’eliminazione del capo di al-Qaida, avvenga 72 ore dopo che Obama è stato costretto a mostrare il suo certificato di nascita, palesemente truccato. Non si deve dimenticare che nella mentalità dello statunitense medio, l’aderenza a certi aspetti meramente formali è fondamentale.

lunedì 2 maggio 2011

Contro-rivoluzione: 250 desaparecidos in Bahrain



In un mese, il re Hamad ibn Isa Al Khalifa del Bahrain ha lanciato una feroce campagna di repressione contro i suoi sudditi.
Oltre l’80% della popolazione adulta ha partecipato ai movimenti di protesta pacifici della primavera, chiedendo una monarchia costituzionale.
• Washington temeva che il risveglio nazionalista mettesse in discussione la concessione di Juffair, un porto che ospita la Quinta Flotta US e il comando navale del CentCom.
• Parigi teme una rivoluzione che metta in discussione gli accordi sulla difesa firmati recentemente col regno.
• Londra ritiene che una qualsiasi perdita di potere del monarca sia in realtà una perdita di influenza in questa ex colonia, che ha una finta indipendenza dal 1971.
• Riyadh teme che qualunque sviluppo democratico o sociale nel suo micro-vicino sollevi un simile movimento di protesta in Arabia Saudita.
Pertanto, il 13 marzo il re ha ricevuto il Segretario della Difesa USA Robert Gates e, sotto il suo controllo, ha lanciato un appello alle truppe saudite.
Dalla loro entrata, 25 moschee sono state completamente distrutte (compresa la storica moschea di Amir Muhammad), e 253 altre danneggiate.
La tecnica scelta è quella di trasformare la rivoluzione popolare della "primavera araba", opponendo al desiderio della popolazione per la democrazia una monarchia assoluta, in un conflitto fra sunniti e sciiti.
Non è noto il numero esatto delle vittime della repressione, ma più di 250 persone sono scomparse. La tortura è ancora una pratica sistematica. I soldati sono entrati negli ospedali e arrestato i medici e gli infermieri sunniti che hanno curato i feriti sciiti.
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(Foto: un veicolo blindato mantiene l’ordine coloniale in Bahrain. É decorato col ritratto di Khalifa bin Salman al-Khalifa, che era già primo ministro nell’era britannica, ed è rimasto immobile in tale carica nella finta indipendenza.)

http://www.voltairenet.org/article169668.html

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