sabato 3 settembre 2011

Asia Times: Perché Gheddafi ha avuto il cartellino rosso?

DI PEPE ESCOBAR
Asia Times


Ispezionando la landa libica da una confortevole stanza strapiena di sottili schermi LCD in un palazzo di Pyongyang, l’Amato Leader della Repubblica Democratica Popolare della Corea, Kim Jong-il, deve essersi impressionato contemplando la predica del colonnello Muammar Gheddafi
"Che imbecille!", mormora prevedibilmente l’Amato Leader.

Non c’è da meravigliarsi. Sa come il Grande G ha firmato virtualmente la sua condanna a morte in quel giorno del 2003, quando accettò il suggerimento dei suoi discendenti malvagi - tutti infatuati dell’Europa – di liquidare il suo programma per le armi di distruzione di massa e di porre il futuro del suo regime nelle mani della NATO.

venerdì 26 agosto 2011

La Guerra dell'11 settembre

I costi di elevati di una guerra che ha cambiato il mondo
Prima di iniziare il calcolo dei costi - in termini economici e di vite umane perse - delle guerre dell'ultimo decennio, l'editorialista del quotidiano britannico the Guardian Jason Burke si sforza di dare un nome alla serie di conflitti a catena scaturiti dall'attacco alle World Trade Center dell'11 settembre del 2001.
Nessuno dei combattenti della battaglia di Waterloo, argomenta Burke, era consapevole che Waterloo sarebbe stata associata alla fine di Napoleone, né tanto meno i soldati impegnati nella battaglia di Castillon del 1453 potevano immaginare che l'ultimo colpo sferrato agli inglesi avrebbe chiuso la guerra dei Cent'anni e spianato la strada al Rinascimento e all'epoca moderna. Così Burke, scrivendo sul Guardian, propone per i conflitti in corsi, tutti legati tra di essi e responsabili di un nuovo corso mondiale, il nome di "9/11 wars", le guerre dell'11 settembre.
Oltre che sui campi principali di Afghanistan, Pakistan e Iraq, questa guerra si combatte dal Sudan alle Seychelles, dalla Turchia al Tagikistan. Altri scenari preesistenti

mercoledì 24 agosto 2011

L'ORO VENEZUELANO E LA VERA RAGIONE DEL PERCHE' TRIPOLI E' STATA CONQUISTATA SOLO ORA

DI HAKI
flipsideoftheeconomy.blogspot.com

Dopo molti mesi che la situazione era stabile con i ribelli a Bengasi e Gheddafi a Tripoli le cose sono drammaticamente cambiate nel corso degli ultimi tre giorni.

Ma cosa e' successo in questo brevissimo tempo, che ha cambiato le cose?

C'entra l'oro. Spieghiamoci: qualche giorno fa Chavez, il presidente del Venezuela ha richiesto a Londra il rimpatrio dell'oro che ha in deposito presso la capitale inglese (quasi 100 tonnellate).

L'oro era concesso in leasing alla Banca d'Inghilterra e il ridarlo indietro significava per essa (che non lo possiede piu') doverlo ricomprare sul mercato. Questo ha provocato il rapido incremento del metallo giallo facendolo arrivare Venerdi' a 1.881 Dollari l'oncia. inoltre il prezzi dei future a breve scadenza erano piu' alti di quelli a lunga scadenza e cio' significa che in questo momento c'e' mancanza di oro fisico.

In tutta la storia del COMEX lo stesso successe solo un'altra volta moltissimi anni fa e solo per poche ore. La situazione attuale e' quindi un fatto del tutto nuovo nel mercato dei future sull'oro.


lunedì 22 agosto 2011

Carneficina della NATO a Tripoli : Operazione Sirena

Sabato 20 agosto alle 20, all’0ora dell’Iftar, la rottura del digiuno del ramadan, la Nato ha lanciato l’Operazione Sirena.
L Sirene sono altoparlanti delle moschee che sono stati utilizzati per lanciare un appello di Al Qaeda alla rivolta. Immediatamente le cellule dormienti dei ribelli sono entrate in azione. Si è trattato di piccoli gruppi molto mobili, che hanno moltiplicato gli attacchi. I combattimenti nella notte hanno fatto 350 morti e 3.000 feriti.
La situazione si è stabilizzata nella giornata di domenica.
Una nave Nato ha attraccato vicino a Tripoli, cnsegnando armi pesanti e sbarcando jihadisti di Al Qaeda, inquadrati da ufficiali della Nato stessa.
I combattimenti sono ripresi nella notte. Con grande violenza. I droni e gli aerei della nato bombardano ovunque. Gli elicotteri mitragliano le persone nelle strade per aprire la strada ai jihadisti.

venerdì 19 agosto 2011

Scempio Usa in Sicilia : Arrivano le antenne-spia

Niscemi si Ribella. La giunta Pd-Mpa chiude un occhio: lavori al via anche se manca il nulla osta del Comune

Catania – Niente ombrelloni, pinne e occhiali, gli americani sotto Ferragosto hanno iniziato i lavori delle mega-antenne militari ad altissima frequenza a Niscemi, nel cuore della Sicilia, in provincia di Caltanissetta. La gente è all’oscuro di tutto, immense parabole basculanti e una grande colata di cemento stanno cambiando il volto della monumentale sughereta di contrada Ulmo, un sito d’importanza comunitaria, dove gli agricoltori non possono realizzare muretti in cemento né stradine di servizio. Le foto che il Fatto può mostrare, scattate dal consigliere comunale di Niscemi Massimiliano Ficicchia, rappresentano la prova che lo “scempio” è iniziato.

Nella calura estiva il fresco dei sugheri secolari ha lasciato spazio a centinaia di Tir e motopale che si aggirano rivoltando il terreno per piantare pilastri di ferro e cemento. Al posto dei muretti a secco adesso c’è un reticolato con un grande cartello: “Warning – U.S. Navy Installation – Installazione militare della Marina statunitense”.

“Qui si gioca con la salute dei cittadini”, incalza il consigliere Ficicchia che per protesta è uscito dalla maggioranza targata Pd-Mpa, che sarebbe “distratta”, anche se il sindaco Giovanni Di Martino in passato è stato sempre in prima fila durante cortei e manifestazioni.

giovedì 4 agosto 2011

Siria:USA finanziano i gruppi di opposizione dal 2005, 50 Milioni di dollari in due anni


il "governo degli Stati Uniti ha stanziato 50 milioni di dollari negli ultimi due anni per sviluppare nuove tecnologie per aiutare gli attivisti a proteggersi dall’arresto e dai processi dei governi autoritari." L’articolo ha poi spiegato che "sessioni di addestramento organizzate dagli USA per 5.000 attivisti in varie parti del mondo. Una sessione tenuto nel Medio Oriente di circa sei settimane ha riunito attivisti dalla Tunisia, dall’Egitto, dalla Siria e dal Libano che sono tornati nei rispettivi paesi con lo scopo di addestrare i propri colleghi."


DI TONY CARTALUCCI
Land Destroyer
Quando i media di regime proclamano che i manifestanti siriani sono "per la gran parte disarmati", stanno dicendo in modo orwelliano che sono davvero ben armati.
Los Angeles Times, La repressione in Siria soffia sulle fiamme settarie: "Nell’aver scatenato il potere militare contro i contestatori arabi sunniti e curdi per la gran parte disarmati, il regime di Assad, dominato dalla minoranza degli alawiti - un ramo degli sciiti -, ha acuito le divisioni etniche e settarie della regione."
The Australian, Assalto siriano dopo che sono stati 'massacrati’ dei soldati: "Gli attivisti siriani dicono che più di 1.300 persone, per la gran parte civili disarmati, sono morti nelle manifestazioni ispirate dalle rivolte popolari in tutto il Medio Oriente e nel Nord Africa."

BBC, La crisi in Siria: un report delle NU la repressione delle proteste: "L’uso dei proiettili contro i civili per la gran parte disarmati ha ucciso circa 1.100 persone, come riporta il resoconto."

MSNBC,
Assad in Siria toglie l’incarico al governatore di Hama nel tentativo di calmare i dimostranti: "I gruppi a tutela dei diritti civili in Siria hanno detto che sono state uccise più di 1.400 persone, manifestanti per la gran parte disarmati, dalla metà di marzo."

mercoledì 3 agosto 2011

L'inganticidio "nuova tattica" della NATO: il massacro di Sorman

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L’International Organization for Peace, Care and Relief (IOPCR) è particolarmente attiva in Algeria, Iran, Sudan e Palestina. Porta soccorso alle vittime di disastri naturali e conflitti armati. La sua azione esemplare a Gaza e in Cisgiordania è salutata d tutti. Qui Khaled el-Hamedi riceve la medaglia del coraggio dalle mani del primo ministro Ismail Haniyeh. Ha ricevuto la stessa decorazione da Mahmoud Abbas




Era una festa di famiglia alla libica Jamahiriya. Tutti erano venuti a celebrare il terzo compleanno del piccolo Al-Khweldy. Nonni, fratelli e sorelle, cugini affollavano la casa di Sorman, 70 chilometri ad ovest della capitale, un grande parco in cui sono state costruite le ville degli uni e degli altri, delle semplici case a un piano.
Nessun sfarzo, ma la semplicità del popolo del deserto. Un ambiente pacifico e unito. Il nonno, maresciallo Al-Hamed Al-Khweldy, vi allevava uccelli: "Questo è un eroe della rivoluzione che ha partecipato al rovesciamento della monarchia e alla liberazione del Paese dallo sfruttamento coloniale. Siamo tutti orgogliosi di lui. Il figlio, Khaled Al-Hamed, Presidente dell’IOPCR, una delle più grandi organizzazioni umanitarie arabe, vi alleva cervi. Una trentina bambini correvano in tutte le direzioni tra gli animali.
Si preparava anche il matrimonio di suo fratello Mohammed, partito per il fronte a combattere i mercenari stranieri controllati dalla NATO. La cerimonia doveva aver luogo qui, tra pochi giorni. La sua sposa era già radiosa.

lunedì 25 luglio 2011

STOP EXPORT. VERSO LA GUERRA DELLE RISORSE ?

DI GIULIETTO CHIESA
megachip.info

Piccolo ma significativo esempio di come le notizie importanti non vengono date o, quando vengono date, sono nascoste in modo che non si vedano. Per esempio non mi risulta che alcun giornale italiano, per non parlare dei telegiornali, abbia dato rilievo alle cose che seguono. Recentemente il WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio – uno dei tre membri della sacra autorità del Consenso Washingtoniano, insieme al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale – ha pubblicato un rapporto speciale il cui titolo tecnico è apparentemente anodino e concerne le restrizioni alle esportazioni. Da questo emerge che ben 30 nuove restrizioni sono sorte, in diversi paesi, che impediscono o limitano l’esportazione di determinate materie prime. E si tratta di materie prime in quasi tutti i casi cruciali: generi alimentari, carbone, minerali di ferro, terre rare.

lunedì 11 luglio 2011

Incontro con il ministro libico per la Cooperazione: la guerra un distatro economico per l'Africa e l'Europa


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Mohammed Siala riceve gli investigatori di Rete Voltaire

© Mahdi Darius Nazemroaya/Rete Voltaire
 Uno dei motivi della guerra contro la Libia è quello di fermare lo sviluppo del continente, consentire l’installazione della base militare dell’US Africom in Cirenaica e l’avvio dello sfruttamento coloniale dell’Africa a beneficio degli Stati Uniti. Per capire questi problemi nascosti, la Rete Voltaire ha intervistato Mohammed Siala, ministro della cooperazione e direttore del fondo sovrano libico.




lunedì 27 giugno 2011

Propaganda di Guerra : Stupri di massa in Libia


L’accusa di stupro di massa a volte è una realtà, ma anche una classica propaganda di guerra. In questo caso, una bugia di questa natura è stata accuratamente costruita dai servizi della NATO contro il colonnello Gheddafi. Ricordiamo la sua cronologia:
Il 29 marzo 2011, la giovane Imam al-Obeidi (29) entra nella hall dell’Hotel Rixos a Tripoli, che ospita molti giornalisti occidentali. Afferma di esser stata arrestata due giorni prima in un posto di blocco, e poi di essere stata rapita e violentata da 15 uomini pro-Gheddafi. Mostra le sue ferite ai giornalisti del New York Times e di Reuters, prima di essere presa dai servizi di sicurezza. La giovane donna diventa rapidamente un’icona e dà varie interviste alla stampa occidentale. In definitiva, ha lasciato la Libia il 5 maggio, attraverso la Tunisia, con l’aiuto dei servizi segreti francesi e prima è andata in Qatar e poi ha ottenuto asilo politico negli Stati Uniti, grazie all’intervento della Segretaria di Stato Hillary Clinton.

sabato 18 giugno 2011

Il Piano di destabilizzazione della Siria


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Il ministro degli Affari Esteri francese Alain Juppé e
la sua omologa statunitense Hillary Clinton,
il 6 giugno a Washington. © Dipartimento di Stato.  

Le operazioni condotte contro la Libia e la Siria mobilitano gli stessi attori e le stesse strategie. Ma i loro risultati sono molto diversi perché questi stati non sono comparabili. Thierry Meyssan analizza il parziale fallimento delle forze coloniali e contro-rivoluzionarie e pronostica un nuovo passaggio del pendolo nel mondo arabo.
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Il tentativo di rovesciare il governo siriano, per molti aspetti è simile a quanto è stato fatto in Libia, sebbene i risultati siano assai diversi a causa delle particolarità sociali e politiche. Il progetto di spezzare questi due Stati è stato impostato il 6 Maggio 2002 da John Bolton, quando era sottosegretario di stato nell’amministrazione Bush, la sua attuazione da parte dell’amministrazione Obama, nove anni dopo, nel il contesto del risveglio arabo, non avviene senza problemi.

mercoledì 1 giugno 2011

MISURATA bombardata con le bombe a Grappolo dagli USA e non da GHEDDAFI

DI HUMAN RIGHT INVESTIGATIONS
Global Research
L’indagine in corso dall’HRI sui bombardamenti dell’11 aprile su Misurata con le bombe a grappolo ha trovato prove convincenti del fatto che il bombardamento è stato compiuto dalle forze navali USA.

Il bombardamento di Misurata
Il 15 aprile del 2011, durante il giorno, a Misurata sono state mostrate agli uomini di Human Rights Watch (HRW) e a C.J. Chivers, un giornalista del New York Times, alcune sotto-munizioni di una bomba a grappolo MAT-120.

In quel pomeriggio, durante gli scontri tra i ribelli e le forze lealiste, il personale di Human Rights Watch ha assistito all’atterraggio di un gruppo di 3 o 4 ordigni nelle aree residenziali di Misurata. HRW ha assistito agli effetti di quei bombardamenti.


martedì 31 maggio 2011

La guerra segreta della NATO in Libia

La guerra segreta della NATO in Libia

Il testo che segue esamina i piani di guerra e le operazioni di intelligence NATO-USA relativi alla Libia, prima dell’inizio della sollevazione, in Libia orientale, e dell’adozione della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 
Fin dall’inizio, il conflitto in Nord Africa era destinato a risolversi in una vera guerra della NATO. Il Pentagono e la NATO non solo hanno armato il Consiglio di transizione, in violazione del diritto internazionale, ma avevano anche forze sul campo fin dall’inizio.




venerdì 20 maggio 2011

La Siria vista dalla Siria

no-terrorism-megadi Antonella Appiano - conbagaglioleggero.com

Sono in Siria da quasi tre mesi. Una premessa sull’informazione.
1) Fin dall’inizio della “crisi siriana” l’informazione dei media internazionali – la maggior parte dei quali non aveva corrispondenti sul posto – è stata scorretta. L’ho potuto constatare, in diverse occasioni, come testimone diretta. Mi riferisco, in questo caso a Damasco.

E ne ho scritto qui sul mio blog poi sul quotidiano on line www.Lettera43.it nelle mie corrispondenze, “Diario da Damasco”.

Durante questo periodo ho raccolto testimonianze di attivisti, di oppositori, di sostenitori del regime, di esponenti del partito comunista, di gente comune. Persone in carne ed ossa con un nome, un volto, un mestiere. Penso più attendibili quindi di voci anonime telefoniche. Eppure non le ho mai divulgate come “verità” in quanto le testimonianze non erano confermate da fonti indipendenti.

lunedì 16 maggio 2011

La contro-rivoluzione in Medio Oriente

Un clan saudita, i Sudairi, è al centro dell’onda contro-rivoluzionaria lanciata sul Medio Oriente dagli Stati Uniti e da Israele. In una sintesi completa, pubblicata a puntate sul più grande quotidiano in lingua russa, Thierry Meyssan da Damasco disegna il quadro generale delle contraddizioni che travagliano la regione.


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L’immagine ha fatto scandalo negli Stati Uniti: durante il G20, Obama si inchina verso il re saudita e gli bacia la mano.
In pochi mesi, sono caduti tre governi filo-occidentali nel mondo arabo: il parlamento ha rovesciato il governo libanese di Saad Hariri, mentre i movimenti popolari cacciavano Zine el-Abbidine Ben Ali dalla Tunisia, e poi arrestato Hosni Mubarak in Egitto. Questi cambiamenti di regime sono accompagnati da manifestazioni contro il dominio degli Stati Uniti e il sionismo. Essi avvantaggiano politicamente l’Asse della Resistenza, incarnato a livello statale da Iran e Siria, e sul piano sub-statale da Hezbollah e Hamas. Per condurre la contro-rivoluzione in questa regione, Washington e Tel Aviv hanno usato il loro miglior supporto: il clan Sudairi, che interpreta più di ogni altro il dispotismo al servizio dell’imperialismo.

venerdì 13 maggio 2011

Usa : dal Congresso nuova dichiarazione di guerra permanente

Il Congresso americano propone una nuova dichiarazione di guerra che autorizza l'impiego delle forze armate Usa in un conflitto senza fine, senza confini e senza un chiaro nemico. L'allarme delle associazioni per i diritti civili
Chi si illudeva che con l'uccisione di bin Laden gli Stati Uniti avrebbero proclamato la fine della 'guerra al terrorismo' contro al Qaeda dichiarata dopo l'11 settembre 2001, si sbagliava.
Al contrario, l'America sta valutando di ampliare i limiti geografici, politici e temporali del conflitto, trasformandolo in una guerra globale permanente.
In questi giorni la commissione Difesa del Congresso Usa - dallo scorso novembre a maggioranza repubblicana - sta esaminando il testo di una nuova dichiarazione di guerra* che 'aggiorna' quella approvata il 18 settembre 2001. A differenza del vecchio testo, che in nome del diritto di autodifesa autorizzava l'uso della forza militare ''contro nazioni, organizzazioni e persone responsabili degli attacchi lanciati contro gli Stati Uniti (...) al fine di prevenire nuovi atti di terrorismo'', il nuovo testo redatto dal repubblicano Howard McKeon descrive una guerra senza fine, senza confini e senza un chiaro nemico.
''Gli Stati Uniti - recita la proposta in esame - sono impegnati in un conflitto armato contro nazioni, organizzazioni e persone che sono parte o sostengono al Qaeda, i talebani o forze collegate impegnate in ostilità contro gli Usa o i partner della Coalizione o a favore di suddette nazioni, organizzazioni o persone''.
La nuova dichiarazione di guerra autorizza anche la detenzione dei nemici senza limiti di tempo: ''Il presidente ha l'autorità di detenere belligeranti fino al termine delle ostilità''.
Il testo ha suscitato l'allarme di tutte le associazioni americane per i diritti civili, per i diritti umani e contro la guerra.
In un'accorata lettera aperta ai membri della commissione Difesa, l'Unione americana per le libertà civili (Aclu) e altre ventidue organizzazioni chiedono di non approvare questa legge che ''dà al presidente poteri di guerra vastissimi e praticamente irrevocabili, impegnando gli Stati Uniti in una guerra su scala globale senza un chiaro nemico, senza alcun limite geografico e senza termini di tempo legati al raggiungimento di un obiettivo''.
''A differenza della dichiarazione di guerra del 2001 che autorizzava l'attacco in Afghanistan e la caccia a Osama bin Laden - si legge ancora nella lettera dell'Aclu - questa proposta non cita un danno specifico, come gli attacchi dell'11 settembre, o una specifica minaccia al paese: si afferma che gli Stati Uniti sono in guerra ovunque vi siano presunti terroristi, a prescindere dall'esistenza di un reale pericolo. Il Congresso delega al presidente poteri di guerra assoluti, di un'ampiezza senza precedenti, che lo autorizzano a ordinare l'uso della forza militare indipendentemente da attacchi avvenuti o potenziali contro gli Stati Uniti''.
''La nuova dichiarazione di guerra - continua la lettera - non specifica obiettivi finali e criteri in base ai quali verrebbe meno la delega congressuale dei poteri di guerra presidenziali: i vasti termini di questo conflitto potrebbero perdurare decenni''. In base a questo testo ''le forze armate Usa potrebbero essere impiegate in Somalia, in Yemen, in Iran, in quasi tutti i paesi del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia, ma anche nei paesi europei, in Canada e, ovviamente, negli stessi Stati Uniti contro cittadini americani''.

* Sezione 1034, pagina 20, del National Defense Authorization Bill per l'anno 2012
peacereporter.com

giovedì 12 maggio 2011

Forze Occidentali uccidono adolescente in Afghanistan

La forza internazionale sotto comando Nato in Afghanistan (Isaf) ha ammesso oggi di aver ucciso ieri per errore una adolescente che fuggiva da un edificio con in mano un oggetto che sembrava un arma. L'assassinio è avvenuto nella provincia orientale afghana di Nangahar, nel distretto di Surkh Rod, ed è stato reso noto oggi la stessa Isaf in un comunicato a Kabul.
Nell'operazione che mirava a catturare un leader talebano, l'Isaf ha anche ammesso di avere ucciso un individuo "che ha minacciato le forze di sicurezza con una pistola" e che "ad una verifica successiva è risultato essere un dipendente della polizia nazionale afghana".
Successivamente, i militari hanno visto "un individuo fuggire dalla parte posteriore dell'edificio e lo hanno ucciso quando erroneamente è stato visto portare in mano un oggetto che sembrava un arma. Più tardi le forze di sicurezza hanno scoperto che si trattava di una adolescente afghana disarmata". Il vicecapo dello staff dell'Isaf per le comunicazioni, contrammiraglio Hal Pittman, ha "chiesto scusa ai membri del governo afghano, alla gente dell'Afghanistan e, quello che è più importante, ai famigliari delle persone uccise nella nostra azione".

lunedì 9 maggio 2011

Partenariato tra Washington e i Fratelli Musulmani

Nessun essere dotato di senso puo’ credere alle dichiarazioni occidentali relative al rispetto dei diritti dell’uomo e la necessità di riforme, mentre l’esempio di cio’ che succede nel Bahrein é esistente. In questo piccolo regno, l’Occidente ha coperto politicamente e diplomaticamente l’oppressione di una rivoluzione pacifica e l’occupazione militare dell’isola dai paesi del Golfo.Gli Stati Uniti e i loro alleati arabi e europei strumentalizzano i Fratelli Musulmani e i loro gruppi takfiristi in modo tale da far cedere la Siria.


giovedì 5 maggio 2011

La battaglia per la Siria é decisiva (guardate bene la foto e scoprirete l'inganno)

Questa foto, ampiamente diffusa nella stampa internazionle, mostra gli ossequi di un manifestante a Banias (Siria).Al contrario di cio’ che dicono le didascalie dei giornali, la folla non ritiene il Presidente Bachar el-Assad responsabile dei morti durante le manifestazioni. Si vede invece sulla destra un ritratto del Presidente tra le bandiere siriane. I manifestanti assassinati lo sono stati da sniper nascosti sui tetti.Alcuni sono stati fatti prigionieri e hanno confessato appartenere ad una branche armata della famiglia reale saudiana,dei membri del partito dei fedeli libanesi di Hariri e dei servizi segreti degli Stati Uniti


Gheddafi, Usama bin Ladin e i kamikaze occidentali

L’aggressione contro la Grande Jamahiryia Socialista Popolare di Libia e la farsa scenica dell’assassinio del ‘Vecchio della montagna’ (di propaganda massmediatica e disinformazione strategica), sono strettamente collegate.

L’amministrazione Obama-Clinton, indirizzata da un altro ‘Grande Vecchio’, Zbignew Brzezinski, apparentemente sta riuscendo ad imporre un mutamento strategico fondamentale alla macchina militar-spionistica statunitense.
Con il colpaccio mediatico di Islamabad, Obama cerca di mettere KO gli avversari annidati nell’apparato imperialistico statunitense. Non è un caso che l’operazione che ha portato all’eliminazione del capo di al-Qaida, avvenga 72 ore dopo che Obama è stato costretto a mostrare il suo certificato di nascita, palesemente truccato. Non si deve dimenticare che nella mentalità dello statunitense medio, l’aderenza a certi aspetti meramente formali è fondamentale.

lunedì 2 maggio 2011

Contro-rivoluzione: 250 desaparecidos in Bahrain



In un mese, il re Hamad ibn Isa Al Khalifa del Bahrain ha lanciato una feroce campagna di repressione contro i suoi sudditi.
Oltre l’80% della popolazione adulta ha partecipato ai movimenti di protesta pacifici della primavera, chiedendo una monarchia costituzionale.
• Washington temeva che il risveglio nazionalista mettesse in discussione la concessione di Juffair, un porto che ospita la Quinta Flotta US e il comando navale del CentCom.
• Parigi teme una rivoluzione che metta in discussione gli accordi sulla difesa firmati recentemente col regno.
• Londra ritiene che una qualsiasi perdita di potere del monarca sia in realtà una perdita di influenza in questa ex colonia, che ha una finta indipendenza dal 1971.
• Riyadh teme che qualunque sviluppo democratico o sociale nel suo micro-vicino sollevi un simile movimento di protesta in Arabia Saudita.
Pertanto, il 13 marzo il re ha ricevuto il Segretario della Difesa USA Robert Gates e, sotto il suo controllo, ha lanciato un appello alle truppe saudite.
Dalla loro entrata, 25 moschee sono state completamente distrutte (compresa la storica moschea di Amir Muhammad), e 253 altre danneggiate.
La tecnica scelta è quella di trasformare la rivoluzione popolare della "primavera araba", opponendo al desiderio della popolazione per la democrazia una monarchia assoluta, in un conflitto fra sunniti e sciiti.
Non è noto il numero esatto delle vittime della repressione, ma più di 250 persone sono scomparse. La tortura è ancora una pratica sistematica. I soldati sono entrati negli ospedali e arrestato i medici e gli infermieri sunniti che hanno curato i feriti sciiti.
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(Foto: un veicolo blindato mantiene l’ordine coloniale in Bahrain. É decorato col ritratto di Khalifa bin Salman al-Khalifa, che era già primo ministro nell’era britannica, ed è rimasto immobile in tale carica nella finta indipendenza.)

http://www.voltairenet.org/article169668.html

venerdì 29 aprile 2011

Scoperto “l’accordo Libia” fra Stati Uniti e Arabia Saudita

Voi invadete il Bahrain. Noi cacciamo Muammar Gheddafi dalla Libia. Questa, in breve, è l’essenza di un accordo raggiunto fra l’amministrazione Obama e la dinastia saudita. Due fonti diplomatiche, presso le Nazioni Unite, confermano indipendentemente che Washington, tramite il Segretario di Stato, Hillary Clinton, abbia dato il via all’Arabia Saudita di invadere il Bahrain e schiacciare i movimenti pro democrazia dei loro vicini, in cambio di un voto affermativo, da parte della Lega Araba, per la realizzazione della no-fly zone sulla Libia – il fondamento principale che ha condotto alla risoluzione del 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
La rivelazione proviene da due differenti funzionari diplomatici, uno europeo ed uno membro del BRIC, ed è stata fatta separatamente ad uno studioso statunitense, e alla redazione dell’Asia Times Online. Secondo il protocollo diplomatico i loro nomi non possono essere comunicati. Uno dei diplomatici ha riferito “Questa è la ragione per la quale non possiamo sostenere la risoluzione 1973. Abbiamo discusso del fatto che Libia, Bahrain e Yemen erano dei casi simili, ed abbiamo richiesto una missione esplorativa. Manteniamo la nostra posizione ufficiale, ovvero che la risoluzione non è chiara, e che possa essere interpretata in modo belligerante”.

giovedì 28 aprile 2011

DIFFONDI e CONDIVIDI : Missili cruise all’uranio impoverito sulla Libia

Il sostegno militare ai golpisti di Bengasi contro il dittatore di Tripoli si effettua a danno dei civili. Circa 1 su 10 missili sfugge al controllo e si schianta a caso nell’area bersaglio. Ma tutti i missili, che hanno una testata rivestita di uranio impoverito o che soltanto hanno i loro stabilizzatori di uranio esaurito, inquinano la zona. Così, il presunto bombardamento "umanitario" ucciderà nei prossimi anni, migliaia di civili", ha detto il professor Massimo Zucchetti.

Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di

martedì 26 aprile 2011

Siria: attenti al copia/incolla

di Marco Santopadre - RadioCittaAperta.
Secondo i media internazionali, quelli che non hanno corrispondenti sul posto ma influenzano migliaia di media locali in tutto il pianeta, ieri in Siria ci sarebbero stati decine, se non centinaia di morti. Il canale ‘all news’ Rai News, questa mattina apre i suoi notiziari affermando che “ieri a Damasco ci sono stati 112 morti nella repressione governativa delle manifestazioni, compresi inevitabilmente alcuni bambini. Lo affermano fonti dell’opposizione”. E poi? C’è qualche conferma da parte di fonti indipendenti locali? C’è qualche giornalista occidentale che si trova in Siria che possa testimoniare delle stragi di ieri? Non è dato sapere… Come per i primi giorni della rivolta di Bengasi contro Gheddafi, a trasformarsi in titoli da prima pagina sono i brevi e incontrollabili post su Facebook e su Twitter di qualche ‘blogger’ locale. Che poi, magari, vive a Londra o a Washington o a Dubai.

martedì 19 aprile 2011

La Libia e la nuova dottrina strategica degli Stati Uniti

di Thierry Meyssan*
L’operazione militare alleata in Libia segna un importante cambiamento strategico. Washington ha rinunciato ad una guerra di occupazione e ha affidato ai suoi alleati le future operazioni di terra. Thierry Meyssan delinea il nuovo paradigma strategico degli Stati Uniti: la globalizzazione forzata viene interrotta, l’era dei due mondi comincia.

Si dice spesso che i generali non vedano i cambiamenti e preparino la prossima guerra come se dovesse essere simile alla precedente. Questo vale anche per i commentatori politici: interpretano i nuovi eventi, non per quello che sono, ma come se ripetessero quelli che li hanno preceduti.

Discorso al Parlamento siriano del Presidente Bashar al-Assad

di Bachar El Assad*


Signor Presidente dell’Assemblea, signore e signori, membri dell’Assemblea del Popolo, è per me un grande piacere incontrarvi ancora una volta in questa illustre istituzione, per parlare della situazione che coinvolge il nostro Paese e tutta la regione e per rivolgermi, attraverso voi, a tutti i figli della Siria; la Siria, che è nel cuore di ognuno di noi, castello invincibile, con le sue glorie, con la sua gente, in ogni provincia, città, villaggio.
Mi rivolgo a voi mentre viviamo circostanze eccezionali, eventi le cui conseguenze mettono a dura prova la nostra unità e la nostra stessa sopravvivenza. Si tratta di una prova che si ripete ciclicamente a causa della congiura permanente contro questo paese. Grazie alla nostra volontà , ai nostri legami solidali, ed alla volontà di Dio, ogni volta riusciamo a farvi fronte in un modo che non fa che aumentare la nostra forza e orgoglio. Il popolo siriano ha conquistato il diritto di tenere alta la testa.
Vi parlo dal cuore con sentimenti di orgoglio per l’appartenenza a questo grande popolo, con la gratitudine per il vostro amore, ma parlo anche con sentimenti di tristezza e dolore per eventi che hanno causato la morte di nostri fratelli e figli. È mia responsabilità tutelare la sicurezza di questo Paese e garantirne la stabilità. Questo rimane il pensiero dominante nella mia mente, il sentimento nel mio cuore.

domenica 3 aprile 2011

IL MIGLIOR AFFARE È SEMPRE LA GUERRA

  DI PEPE ESCOBAR
atimes.com

Bugie, ipocrisia e piani segreti. Ecco i dettagli che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha omesso nell’esporre all’America e al mondo intero la sua dottrina libica . Difficile comprendere cosa succede a causa dei tanti buchi neri che caratterizzano questa splendida piccola guerra che non è una guerra (“un’azione militare a raggio e a tempo limitati” come la definisce la Casa Bianca) e caratterizzata dall’incapacità dell’area progressista di condannare, allo stesso tempo, la crudeltà del regime di Muhammar Gheddafi e i bombardamenti ‘umanitari’ anglo-franco-americani.

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1973 ha operato come un cavallo di Troia, permettendo al consorzio anglo-franco-americano e alla NATO di diventare la forza aerea dell’ONU nel suo sostegno a un’insurrezione armata.

Al di là del fatto che questo accordo non ha niente a che fare con la protezione dei civili, esso è anche assolutamente illegale secondo la legge internazionale. L’implicito obiettivo finale, come a questo punto sa anche il più disperato dei bambini africani, è il cambio di regime.

lunedì 14 febbraio 2011

Bombe atomiche Usa in Italia : distruggerebbero mezzo stivale

Fonte: L’Indro
Nell’immagine a destra: Bomba tattica B61-3 nel deposito di Aviano (foto di Gianni Lannes)


Ordigni nucleari nordamericani -a centinaia- occultati in Italia da mezzo secolo e pronti all’uso, così come nel resto dell’Europa.
Lo scorso lunedì 7 febbraio, la Russia -governo e Duma- è tornata a chiedere agli USA di “far rientrare negli Stati Uniti le proprie armi nucleari e smantellare le infrastrutture costruite per loro nelle basi in territorio straniero”. Pochi lanci di agenzia, e nessuna attenzione da parte dei media italiani.
L’Europa, Italia in testa, continuano a non rendersi conto della quantità di bombe atomiche americane che hanno in pancia.

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